venerdì 21 novembre 2008

LE NOTE DELLE LINGUE E DEL DIALETTO

...Di quattro colori, una bianca una rossa una blu e una gialla, erano le paperelle di plastica che si tuffavano. Acqua poca, quanta ne può contenere una vasca che ospita una bambina per fare il suo bagnetto a partire dai due fino ai cinque anni, prima di essere in compagnia di un fratellino...Un registratore (siamo agli inizi degli anni'80) con dentro, amica abituale, una cassetta arancione. E un padre-amico di sempre e da sempre. Lui, amante di musica "strana", ovviamente per una bambina che nulla può sapere di chansonniers francesi, musica lirica, qualche cantautore italiano, adora raccontarle delle storie che hanno come protagonisti una certa Marinella, un tale Piero, un altro che rispondeva al nome di Miché... Il re, perché in ogni favola c'è sempre un re, protagonista di queste "favole" è Carlo Martello che torna dalla guerra di Poitiers e incontra fanciulle a cui dice "parole che non si possono ripetere". Quella cassetta arancione è la protagonista di un racconto che ha accompagnato una passione che a distanza di anni sopravvive. Da quella cassetta emergeva una voce roca, quasi dal sottosuolo, forse dal profondo. Forse perché scavava nel fondo dei vicoli di una Città Vecchia, a studiare osservando tutte le anime che la abitavano.


Genova. Città di De Andrè citata in molte sue opere. Fino a farle un omaggio: canzoni nel dialetto genovese antico. Il più celebre esempio è l'album uscito nel 1984, Creuza de ma, che presenta la voce dei marinai nella loro vita quotidiana, anche nei rapporti con l'altro sesso.
La ricerca linguistica di De André non si è fermata al gioco in casa genovese. Si è spinta fino a Napoli con Don Raffaè (inserita nell'album Le nuvole). Con passo di danza, posseduta da una tarantola, non è difficile sorprendersi a "taranteggiare" su un testo importante.
Oltre alla ricerca linguistica dal punto di vista dialettale c'è la cura amorevole nei confronti della stessa lingua italiana, trattata con rispetto e accompagnata dal suono di chitarra.
...Crescere. Le paperelle a colori hanno lasciato il posto ai libri, alla ricerca di interessi che non fossero più gli stessi del padre (ma non necessariamente contrastanti, accettandone gli aspetti positivi rielaborandoli). Scoprire la storia della letteratura italiana. Scoprire Giovanni Verga e in lui ritrovare il sapore di quelle "favole" lontane. Marinella, Piero erano stati risvegliati, assumendo nuove sembianze, dal "ciclo dei vinti" di Verga. Anche i protagonisti dei romanzi più importanti dello scrittore siciliano, infatti, avevano lo stesso sapore di sconfitta che trasudava dalle melodie che ormai erano impresse nella memoria. Ascoltarle di nuovo, farle proprie fino a veder scorrere brividi dentro la pelle. Mai sazia. Con l'unico "rimpianto" di non aver condiviso l'ultimo concerto in compagnia di quel padre-amico dalla più tenera età.
Ora un passaggio di consegne. Un'altra bambina non si addormenta, sin da quando aveva due anni, se prima la sua cugina ormai "grande" non le canta Fila la lana, se prima non le presenta Bocca di Rosa o Marinella. Magari, chissà, un giorno toccherà a lei passare il testimone in una eterna staffetta...

Una particolarità che solo la musica e il cinema possiedono è l'eternità, il piacere di ritrovarsi magari dopo anni di "oblio". Riscoprire che proprio una particolare canzone, un gruppo o un film hanno accompagnato sin dall'infanzia.
Ad esempio sentire nelle orecchie un motivetto "lontano", cercare di riacciuffarlo per i capelli negli anni. All'improvviso ecco che rispunta di nuovo, coniglio emerso dal cilindro. E' il caso, ad esempio, di un film degli anni '80 (1983) di Luigi Magni, State buoni se potete, che aveva tra gli interpreti anche Angelo Branduardi. I ricordi di bambina mi hanno regalato la riscoperta (ormai quindicenne) di un "menestrello".


L'età "adulta" mi ha spinto ad andare più a fondo alle cose, cercando il motivo per cui magari generano in me entusiasmo, si tratti di musica, film o libri. Vedere se c'è un filo, seguirlo, per vedere dove deciderà di condurmi. Confrontandomi con altri dopo "eventuali" scoperte e spunti.
Avendo la possibilità, grazie anche ai supporti tecnici, di avere sempre con me una dose massiccia di musica, l'altro giorno ho proposto una ricerca di filologia romanza a mia zia su un album del 1981 di Branduardi, Futuro antico. Sono i testi originali in provenzale, mi ha risposto zia con una punta di commozione. Il risultato di questa ricerca darà prima o poi i suoi ottimi frutti.

Come antipasto è già sostanzioso!

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